Scommetto che tanti come me si sono chiesti come mai nei talk-show televisivi ruotano più o meno sempre le stesse persone. 

La curiosità mi è tornata stamattina leggendo lo schifosissimo attacco sferrato da Andrea Scanzi contro Matteo Renzi, pubblicato a pagina 11 del giornale del pluricondannato per diffamazione, Marco Travaglio del 29 settembre.

Brevissima analisi di quanto scrive Scanzi (che adesso si scopre essere “amico” del PD, ma di cui fino a qualche tempo fa è stato tra i peggiori detrattori) e poi torniamo sull’argomento.

Andrea Scanzi dopo il titolo a effetto “Italia Viva, anzi Morta e l’insostenibile irrilevanza di Renzi”, prosegue il suo “vomito” di parole sperticandosi in analisi post-voto tutte tese a dimostrare il fallimento elettorale di Renzi senza naturalmente spendere mezza parola sul fallimento elettorale dei suoi amici della Casaleggio. 

E va bene, è la propaganda conforme al suo stile giornalistico. Non mi spendo a contraddirlo qui perché difficilmente arriverà a leggere le mie critiche e perché l’ho già fatto in precedente riflessione. Mi soffermo, però, solo un momento, sulla questione della “irrilevanza” sostenuta da Scanzi.

Forse (solo forse, però!) Scanzi potrebbe avere ragione sulle cifre (e non l’ha!), però c’è da considerare il peso più propriamente politico di Renzi giacché le scelte più importanti fatte dal governo Conte II portano in qualche modo la firma di Renzi e del gruppo di Italia Viva. “Scanzi, vacci piano!” verrebbe naturale dire a chi conosce la politica di Italia Viva e la ritrova nelle scelte di Conte.

Sull’articolo di Scanzi non mi spendo oltre: chi vorrà provare disgusto apra il Fatto Quotidiano del 29 settembre a pagina 11 e vomiti per conto suo.

Torniamo, invece, alla questione sollevata in apertura. Ho fatto qualche rapida ricerca in rete ed ho scoperto alcune cose interessanti di cui adesso parlerò.

Esiste una agenzia che si occupa della “valorizzazione, gestione e posizionamento delle professionalità legate al mondo del giornalismo e della cultura” (lo si legge nella home-page dell’agenzia) che si chiama Visverbi con sede a Milano che raccoglie importanti firme del giornalismo italiano; sia della carta stampata che dei media televisivi e radiofonici. 

L’agenzia di Milano si occupa, tra l’altro, dei rapporti tra i media e l’agenzia di Casaleggio e annovera nella propria “scuderia” per la “valorizzazione, gestione e posizionamento”, tra altri, Paolo Mieli, David Parenzo, Selvaggia Lucarelli e ha contatti con Maurizio Belpietro e Panorama. Insomma, una bella “scuderia”, non c’è che dire!

Il cuore della Visverbi sono Valentina Fontana e Barbara Castorina che ha maturato una lunga esperienza nella ITC, accanto a Beppe Caschetto, uno dei più grandi manager della musica, che ha avuto la brillante intuizione di gestire in forma manageriale anche alcune firme del giornalismo: Saviano, Bignardi, Telese, Floris, ecc.

La Visverbi è stata fondata da Barbara Castorina e Camilla Buzzi nel 2011 e nel suo bouquet vanta anche Andrea Scanzi oltre a altre firme prestigiose del giornalismo italiano e si occupa di “posizionare” tali personalità nei talk-show televisivi.

Di solito il “posizionamento” si sviluppa in almeno due fasi: una di test e una di posizionamento effettivo. Fanno da fase test soprattutto i talk-show della mattina (un po’ tutti) e, coloro che si distinguono in termini di ascolto (non per i contenuti) guadagnano il posizionamento nei talk-show preserali (tipo Ottoemezzo di Gruber) o serali.

Affariitaliani.it in agosto ha pubblicato la classifica dei giornalisti italiani con il maggior numero di interazioni sui social-network; indovinate chi c’è al primo posto per “click” e followers? Ovviamente Andrea Scanzi che ha valore e peso per tale seguito che può vantare. 

Le opinioni di Scanzi, del resto, sono pressoché inutili giacché non elabora mai un vero e proprio concetto giornalistico, ma si limita a soffiare sul fuoco dell’intolleranza al fine di suscitare “la voglia” in chi lo legge di diventare un suo follower. Scopo degli articoli di Scanzi non è mai (o quasi mai) l’indagine o l’analisi, ma il gusto di scagliarsi contro il bersaglio con lo scopo di suscitare indignazione che poi è il sentimento più diffuso tra gli utenti dei social.

Il breve spazio di una riflessione non consente l’analisi approfondita del fenomeno della manipolazione (me ne sto occupando in una elaborazione di più ampio respiro che spero di portare presto in stampa), ma ci è sufficiente almeno per sollevare il sospetto che gran parte dell’informazione che riceviamo è il frutto marcio della sofisticazione della verità.

Il legame tra Visverbi, Casaleggio, Belpietro, Scanzi non sono un metodo per migliorare la qualità dell’informazione, ma una operazione di business per la manipolazione delle coscienze e l’orientamento delle masse verso la cattiva politica. Ed ecco perché oggetto e bersaglio preferito di Scanzi è da sempre Matteo Renzi.

Chiaro?

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