È il titolo di una vecchissima canzone di Riccardo Cocciante che, quelli della mia età, conoscono e magari l’hanno pure ballata guancia a guancia con i primi amori dell’adolescenza. Ma qui ci riferiamo a altro. Purtroppo.

Gli instant-poll hanno pubblicato da meno di un’ora le proprie proiezioni, a urne appena chiuse, e Luigi Di Maio è apparso nel suo profilo Facebook, con la faccia gongolante, azzimato per l’occasione, per intestarsi la vittoria del referendum confermativo.

O forse Zingaretti pensava di intestarsi la vittoria? Il post di Di Maio, in meno di mezz’ora, ha racimolato 40.000 like e oltre 5.000 condivisioni.
Zingaretti, ci dispiace, non c’è spazio in questa vittoria per il PD!

Ha perso l’Italia, però. Non ha perso il “No” e non ha vinto il “Sì”. Ha perso la politica nello scontro frontale con l’anti-politica. Gli italiani hanno preferito il lancio delle monetine contro le istituzioni piuttosto che “perdere tempo” per studiare e capire.

Mi sono personalmente speso molto, moltissimo, per questa campagna referendaria difficile e praticamente impossibile da vincere, soprattutto dopo il tradimento del Partito Democratico che ha consapevolmente scelto di abbandonare per sempre la via delle riforme.

Quei percorsi tracciati, quelle idee esposte, quegli ammodernamenti delle nostre Istituzioni che abbiamo immaginato e nei quali abbiamo creduto fermamente contro ogni populismo sono per sempre perduti perché, domani, avremo un Parlamento costruito su misura per pochi nominati dai partiti nel quale pochissimo spazio troveranno le idee.

Tutti coloro che si sono battuti per contribuire a bocciare l’amputazione della democrazia che si è celebrata domenica e lunedì lo hanno saputo fin dall’inizio. Personalmente non mi pento di un solo minuto trascorso a studiare e a scrivere. Sono, però, dispiaciuto per il mio Paese, per la Repubblica e anche per il popolo che ha fatto una scelta basandosi sulle narrazioni di Travaglio e di altri fomentatori suoi pari.

Le voci dalla Lega, intanto, già si cominciano a sentire: Rixi ha immediatamente chiesto lo scioglimento delle Camere perché il parlamento è delegittimato. Nella realtà ha vinto la Lega. Ha portato a segno uno dei più importanti risultati della sua storia politica.

Salvini sa benissimo che il Movimento 5 stelle è destinato all’ecclissi totale (o comunque a un fortissimo ridimensionamento tanto da renderlo inoffensivo) e sa benissimo che il prossimo rinnovo delle Camere con ogni probabilità consegnerà il Parlamento alla destra estrema (Salvini e Meloni faranno man bassa di seggi). Non ci sarà spazio per le persone libere, per le persone di buoni costumi.

Se la legge elettorale fosse quella che stanno disegnando avremo un parlamento che sarà espressione di lobbies del centro-nord, espressione di interessi sovranisti con ridottissimi spazi per il libero pensiero. Ecco, è in questi termini che la Democrazia ha perduto.

Sono sicuro, ne sono più che certo, che tra qualche anno potremo dire, forse con un pizzico di soddisfazione (peraltro inutile, anche se giustificata) che “noi l’avevamo detto”. Questo, però, non restituirà né dignità né ruolo al Parlamento. E, anche questo, sarà già stato previsto.

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