Eccolo lì! Il Fatto Quotidiano rispolvera dalla soffitta tutti i tifosi del M5s, li chiama a raccolta per dare sostegno alla politica dei tanti “anti-“ e dei pochissimi “pro” della nuova Kasta.

Oggi il sipario si apre per Domenico De Masi che, in una intervista partigiana, reinterpretando Gaber, viene a spiegarci cos’è la destra e cos’è la sinistra. Leggendola mi sono ricordato di quando De Masi, Travaglio, Gomez, ma anche Di Maio, Toninelli, Lezzi, Bonafede e compagnia cantante ci hanno spappolato i “cabbasisi” con la loro retorica del “né destra, né sinistra” perché considerati schemi novecenteschi. A fronte di quella vecchia retorica anti-casta (accidenti  a Stella e Rizzo!) oggi il professore di Campobasso supera se stesso e ci racconta che abbiamo capito male, che Di Maio è di sinistra, che Toninelli lo è ancora di più, che – poi – Bonafede non ne parliamo!

Ma davvero??? Davvero De Masi s’è dimenticato di quando Di Maio ha infiammato gli animi e le coscienze della sua corte di fedelissimi con le sue parole di fuoco scagliate come dardi contro “i taxi del mare”? Davvero De Masi giudica una personalità come Roberto Saviano un sostenitore inconscio di Salvini? Davvero questo sociologo sorridente dimentica l’opposizione di buona parte dei dirigenti pentastellati a provvedimenti inclusivi quale lo “Ius culturae”? Davvero De Masi vuole venire a spiegarci che l’unico che ha capito cos’è la destra e cos’è la sinistra sia lui?

Chi mi conosce sa che non sono mai stato “comunista” perché ho sempre giudicato il livellamento verso il basso delle persone un abominio contro natura (la semplifico molto, si capisce), né giudico – valutando gli effetti e le scelte fatte – il comunismo di sinistra; e manco di centrosinistra. E – mi sbaglierò probabilmente – De Masi al massimo può essere considerato un comunista che, nella mia visione, tutto è fuorché di sinistra. Giudico, al contrario, misure di sinistra quelle che lo Stato, qualsiasi Stato, mette a disposizione del popolo affinché ogni cittadino possa salire sull’ascensore e giungere al piano che la sua natura e la sua cultura gli consentono (e, ovviamente, semplifico tanto anche in questo).

Ora, definire provvedimenti come il “Reddito di Cittadinanza” una misura socialdemocratica è una bestemmia che probabilmente, se De Masi fosse uno studente di Scienze Politiche di primo anno, ne determinerebbe la bocciatura accompagnata all’invito a non sottrarre braccia all’agricoltura. Sia chiaro: il sostegno all’indigenza, alla povertà, l’aiuto ai più bisognosi è un preciso dovere di uno Stato etico; immaginare una corte di sudditi che vivono attaccati al capezzolo delle istituzioni è una visione distorta della società; anche se a dirlo è – per come lo definisce il Fatto Quotidiano – uno dei più noti sociologi italiani.

Ma non finisce qua! De Masi prosegue nella sua arringa di difesa 5 stelle prendendosela con il mondo degli intellettuali che si ritengono (dice De Masi) superiori. A me il paragone tra Saviano e Toninelli, ma anche tra Padoa Schioppa e Lezzi o – se volete – tra Di Maio e Calenda fa sorridere. Il sale della minestra servita da De Masi sarebbe poi che quello schierarsi contro il M5s da parte degli intellettuali è andare contro cose di sinistra perché non c’è niente di più sano e di utile del sodalizio PD-M5s! Ma davvero?

E, ovviamente, non poteva mancare la presa di posizione a favore del “taglio” della democrazia che il sociologo vede come la benedizione che cala sul popolo italico per liberarlo dalla casta (accidenti per la seconda volta a Rizzo e Stella) perché, nonostante egli ammetta che ridurre il numero dei rappresentanti significa ridurre la democrazia, alla fine il “taglio” lo si dovrà fare perché così si salva il governo. Non commento perché credo ci sia poco da commentare. Evidentemente gli 82 anni vissuti non sono stati sufficienti a De Masi per capire gli aspetti elementari del potere (sostantivo, non verbo).

L’ultima nota colorita viene da Antonio Padellaro nel suo corsivo “di spalla” all’intervista allorché critica un tale Costacurta (credo di avere capito che si tratti di un calciatore famoso, ma io non seguo il calcio) che dichiara candidamente di votare No al referendum “per non vedere le facce di Di Maio e Toninelli trionfanti”. Il tono scandalizzato di Padellaro (ma come si è ridotto!) è ilare e di certo fuori luogo. Giudica superficiali coloro che esprimeranno il dissenso al M5s e, quindi, a Di Maio (Toninelli è una incidentale), votando No al referendum del 20 e 21 settembre. Ma, perché, tutti quelli che – invitati dal Fatto Quotidiano – hanno votato No nel 2016 contro Renzi hanno forse fatto approfondite analisi della riforma proposta o sono stati, piuttosto, orientati dal vostro odio e dal vostro risentimento contro l’allora segretario del Partito Democratico? 

Caro Padellaro: chi di referendum colpisce, di referendum perisce. E non mi pare una tragedia se gli italiani che sono stufi di queste mezze tacche di parlamentari che avete contribuito a far sedere in Parlamento utilizzeranno (anche) il referendum per esprimere il loro dissenso. L’avete fatto voi per primi e l’avete insegnato agli italiani. 

Un pensiero su “Cos’è la destra? Cos’è la sinistra?”
  1. Concordo quasi su tutto ,sono stato un po impertinente nel racconto di Napoleone .Fra l’altro io penso spesso a Napoleone perché quando dissi a mio Papà “speriamo che il fratellino piccolo diventi alto almeno come me “mi rispose ” perché è così importante essere alti per essere qualcuno ,sai quanto era alto Napoleone ,quantu a mia”. Allora ho già capito che il carisma non è legato ne all’altezza e neanche all’autoesaltazione di chi vuole la riduzione del Parlamento e mirando al presidenzialismo . Non credo al messia ,non credo al Salvatore , non credo che la strategia di lotta di Napoleone che spostava le mitragliatrici come vorrebbero spostare Draghi o Bonaccini ,non credo all’uomo solo al comando .Sa anche questo un po della comunismo non di sinistra . Perché quasi tutto? Perché anche nel 2o16 ,come Berlusconi nel 2006, con lega e Finscisti miravano al pieni poteri dell’ eletto direttamente dal popolo. Nota , hanno rimesso in rete un video di un cittadino che mostra una sflilza di fogli che contenevano la riforma del 2016 come se fosse quello del 2020 . Inutile dire quale è la reazione dei commenratori che non leggono e non ascoltano prima di battere . Io ho votato No , ma non per far cadere il vecchio senza conoscere il nuovo ,io sono e resto a sinistra del che ne dica Masi o chicchessia. Ne abbiamo provato di divagazioni sulla sinistra che deve vestirsi di destra per sembrare riformista ,È già troppo che venga chiamata a fare le politiche di destra quando tutto va a rotoli..Complimenti per la tua professione ,discutibile quel che professi..

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