Nei suoi sermoni quotidiani coi quali, ogni giorno, Marco Travaglio, “istruisce” i suoi fedelissimi lettori, insiste nel rappresentare l’intera compagine a 5 stelle come il meglio che l’”intellighenzia” italiana potesse esprimere.

Nella sua colonnina sia di ieri mattina (sabato 17) che di oggi (domenica 18) Travaglio si sbilancia a parlare di organizzazione sanitaria e lo fa come lo fanno la gran parte dei suoi seguaci suoi social: senza alcuna competenza.

Marco Travaglio, infatti, tra l’enumerazione di percentuali di positivi e di tamponi, di contagiati e ricoverati (di cui non capisce nulla) si improvvisa anche organizzatore del Servizio Sanitario Nazionale ricordando ai suoi lettori le attrezzature che questo secondo governo Conte ha saputo mettere a disposizione della collettività.

Elenca così il numero di respiratori automatici utili alle terapie intensive messi a disposizione di chi li chiedesse, elenca il numero di dispositivi elettromedicali acquistati e mai richiesti polemizzando coi presidenti delle regioni che sono stati inadempienti nel predisporre i propri servizi sanitari per fronteggiare la seconda eventuale ondata epidemica.

Travaglio, nelle sciocchezze che espone, non fa i conti con almeno tre aspetti nodali della questione: la frammentazione del Servizio Sanitario Nazionale, la carenza di personale di tantissime realtà sanitarie pubbliche e l’esodo del personale incentivato da uno dei provvedimenti di Conte quando governava con Salvini (Quota 100).

Dovrebbe comprendere Travaglio (ma non può perché sceglie di allinearsi al pensiero unico) che la devoluzione delle competenze alle Regioni della gestione della sanità è stato il punto chiave che ha iniziato a distruggere il Servizio Sanitario Pubblico Nazionale.

Poi c’è la situazione del personale medico e infermieristico che, in parte storicamente carente, è stata ulteriormente complicata dall’esodo determinato dalla scellerata Quota 100.

Bisognerebbe far comprendere a Travaglio e agli idioti che lo seguono che la Sanità non è fatta di strutture e strumentazioni, ma è fatta soprattutto di donne e uomini che ogni giorno cercano di galleggiare in una palude untuosa di rischi con minime soddisfazioni.

La sanità è carne e sangue, è impegno e sacrificio. Conte (o chi per lui) avrebbe potuto anche centuplicare gli acquisti e gli edifici, ma senza i professionisti che li utilizzano restano cattedrali nel deserto, monumenti all’inutilità. Più o meno in linea, però, con il carattere proprio dei 5 stelle.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *